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Politica Estera Italiana

Politica Estera Italiana:
una breve analisi

Di Alessandro Sbergamo

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3 febbraioo 2025

 

Tempo di lettura: 7min
English version below

 

In questi ultimi anni, la politica estera italiana ha subito un significativo ricalibramento sotto la guida di Giorgia Meloni. Il suo governo ha seguito un’agenda proattiva, cercando di navigare tra le correnti mutevoli della politica globale, con l’obiettivo di ridefinire il ruolo dell’Italia sul palcoscenico internazionale. Dalla costruzione di legami più stretti con gli Stati Uniti, al rafforzamento della posizione dell’Italia all’interno dell’Unione Europea, fino al rinnovato impegno con l’Africa attraverso il Piano Mattei, la Meloni ha mostrato ambizioni internazionali ben definite.

La relazione Trump-Meloni

Uno degli sviluppi più significativi nella politica estera italiana è stato il rafforzamento dei rapporti tra Italia e Stati Uniti, in particolare dopo il ritorno di Donald Trump alla presidenza degli Stati Uniti nel 2025. Il rapporto tra Meloni e Trump è stato descritto come stretto e strategicamente calcolato. Meloni ha partecipato alla sua inaugurazione e ha avuto colloqui privati a Mar-a-Lago, segnalando il desiderio di posizionare l’Italia come interlocutore chiave tra Europa e Stati Uniti.

 

Questa alleanza si basa su affinità ideologiche condivise, con entrambi i leader che promuovono il nazionalismo, la sovranità e un approccio scettico verso il multilateralismo. Per l’Italia, questa relazione ha implicazioni pratiche: legami più stretti con gli Stati Uniti potrebbero rafforzare l’influenza italiana nei negoziati commerciali transatlantici e creare opportunità per maggiori investimenti e cooperazione nel settore della difesa. Tuttavia, questa alleanza non è priva di rischi. Le politiche di Trump spesso divergono dal consenso europeo su questioni come il cambiamento climatico, il commercio e le relazioni con la Cina. L’avvicinamento italiano all’amministrazione Trump potrebbe mettere a dura prova i rapporti con partner chiave dell’UE come Francia e Germania, diffidenti verso le azioni unilaterali degli Stati Uniti. Anche se avere un rapporto solido con il Tycoon è chiaramente vantaggioso, potrebbe sorgere un ostacolo: scegliere, alla fine, tra gli Stati Uniti e l’Unione Europea.

La relazione Musk-Meloni: diplomazia tecnologica e strategia economica

Un’altra dimensione interessante della politica estera italiana sotto la Meloni è il suo coinvolgimento con il colosso tecnologico globale Elon Musk. Riconoscendo l’influenza di Musk in settori come l’intelligenza artificiale, l’esplorazione spaziale e i veicoli elettrici, Meloni ha cercato di posizionare l’Italia come un hub per l’innovazione tecnologica. Il suo governo ha lavorato per attrarre investimenti da parte delle imprese di Musk, inclusa la possibilità di collaborazioni con la società aerospaziale italiana Leonardo, nonché iniziative per creare centri di ricerca in Italia.

 

In effetti, non è la prima volta che l’Italia e Musk interagiscono. Nel maggio 2023, la regione dell’Emilia-Romagna fu colpita da gravi alluvioni a causa di forti piogge, causando danni diffusi e interruzioni delle comunicazioni. In risposta, Starlink di Elon Musk fornì servizi di internet satellitare per supportare le comunicazioni di emergenza nelle aree colpite. Il suo intervento fu cruciale per ripristinare la connettività sia per i residenti che per i soccorritori durante la crisi. Questo episodio ha probabilmente creato un precedente per future collaborazioni. Pertanto, Starlink è al centro dell’attenzione politica ma anche mediatica.

 

Il corteggiamento di Musk da parte della Meloni si allinea con la sua più ampia strategia economica di modernizzare la base industriale italiana e migliorare la competitività del Paese nelle tecnologie emergenti. Alleandosi con una figura come Musk, Meloni spera non solo di stimolare la crescita economica, ma anche di presentare l’Italia come una nazione orientata al futuro, capace di guidare settori come l’intelligenza artificiale e le energie rinnovabili.

 

Tuttavia, i critici mettono in guardia sui rischi di un’eccessiva dipendenza da partnership di alto profilo, che potrebbero oscurare le riforme sistemiche necessarie per affrontare le sfide economiche strutturali dell’Italia. Inoltre, è emerso scetticismo riguardo al coinvolgimento del settore privato in questioni di sicurezza e intelligence per quanto riguarda Starlink. Questo punto, a mio avviso, è infondato. Non solo l’alternativa europea a questa tecnologia sarebbe più costosa e non ancora operativa, ma l’Italia, come la maggior parte degli stati moderni, ha già collaborato – e continuerà a collaborare – con il settore privato. Da Microsoft ad Amazon, da General Electric a Pfizer, l’elenco è lungo. La verità è che il settore privato guida l’innovazione tecnologica e la produttività.

 

Inoltre, coloro che temono Starlink dovrebbero sapere che in Italia sono già presenti numerose telecamere cinesi che utilizzano dati biometrici. Aziende come Hikvision e Dahua sono ritenute avere legami stretti con il governo cinese, permettendo una potenziale raccolta massiva di dati. A mio parere, dare a un competitor geopolitico un tale accesso sembra molto più preoccupante rispetto a una controparte americana.

Meloni e l’Unione Europea: un rapporto complesso da gestire

Il rapporto dell’Italia con l’Unione Europea sotto la guida di Meloni è stato segnato da un delicato equilibrio. Da un lato, Meloni ha cercato di affermare gli interessi italiani all’interno dell’UE, adottando spesso toni combattivi su questioni come la migrazione, la politica fiscale e la sovranità. Dall’altro, il suo governo riconosce l’importanza dei fondi europei e della cooperazione per affrontare le sfide economiche e sociali del Paese. I suoi numerosi incontri con Ursula von der Leyen ricordano che Meloni si trova “tra l’incudine e il martello”: soddisfare il suo elettorato o mediare con l’Unione Europea?

 

La migrazione rimane una questione particolarmente spinosa. Il governo Meloni ha chiesto maggiore solidarietà europea nella gestione dei flussi migratori, proponendo riforme al Regolamento di Dublino e un sostegno più consistente agli Stati in prima linea, come l’Italia. Tuttavia, la sua retorica sulla migrazione si scontra occasionalmente con le norme dell’UE, portando a tensioni con altri Stati membri e istituzioni.

 

Sul piano economico, il governo Meloni ha espresso preoccupazioni sulle regole fiscali dell’UE, in particolare mentre l’Italia affronta un elevato debito pubblico e una crescita lenta. Pur non avendo rifiutato il PNRR (Dispositivo per la Ripresa e la Resilienza), il suo governo ha sostenuto condizioni di spesa più flessibili per adattarsi alle esigenze italiane. Questo approccio riflette una visione di un’Europa che rispetti la sovranità nazionale, promuovendo al contempo una cooperazione più forte su questioni di interesse comune.

 

Nonostante queste tensioni, il pragmatismo della Meloni è evidente nei suoi sforzi per mantenere la posizione dell’Italia all’interno dell’UE. Ha evitato posizioni apertamente euroscettiche adottate da alcuni suoi alleati politici e ha sottolineato l’impegno dell’Italia per l’unità europea, soprattutto nel contesto di sfide globali come la guerra in Ucraina e la crisi energetica.

Il Piano Mattei: ridefinire il ruolo dell’Italia in Africa

Uno dei pilastri della politica estera di Meloni è il Piano Mattei, un’iniziativa ambiziosa volta a promuovere uno sviluppo sostenibile in Africa. Ispirato a Enrico Mattei, il visionario fondatore dell’ENI, il piano mira a contrastare le cause profonde della migrazione, incentivando la crescita economica e la stabilità del continente.

 

Con il Piano Mattei, l’Italia ha avviato una serie di partenariati con Paesi africani, concentrandosi su settori come l’agricoltura, l’energia e le infrastrutture. Nel gennaio 2025, Meloni ha annunciato una collaborazione storica che coinvolge Leonardo e il gruppo agroindustriale BF per implementare progetti agricoli in Marocco, Tunisia, Egitto e Algeria. Queste iniziative sfruttano tecnologie avanzate, tra cui il monitoraggio satellitare delle risorse idriche e pratiche agricole resilienti ai cambiamenti climatici, per migliorare produttività e sostenibilità.

 

Il Piano Mattei riflette la visione di Meloni di un approccio “win-win” nella gestione della migrazione: lo sviluppo economico in Africa riduce gli incentivi alla migrazione irregolare, creando al contempo opportunità per le imprese italiane. Tuttavia, il successo del piano dipende dal superamento di sfide significative, tra cui l’instabilità politica in alcuni Paesi africani, la competizione con potenze globali come Cina e Francia e la necessità di investimenti e coordinamento costanti.

Sfide e opportunità future

Mentre Giorgia Meloni affronta le complessità della politica globale, la sua strategia estera si trova davanti a grandi opportunità ma anche a sfide formidabili.

 

Allo stesso tempo, le sue politiche devono confrontarsi con le realtà dell’ambiente geopolitico italiano. L’allineamento con Trump rischia di alienare importanti partner europei, mentre il coinvolgimento con Musk può rivelarsi tanto una risorsa quanto un rischio. All’interno dell’UE, l’approccio assertivo del suo governo su migrazione e politica fiscale richiede una gestione attenta per evitare fratture profonde. Sul fronte interno, invece, sembra crescere il consenso domestico. Apparentemente, i toni più moderati della Meloni (rispetto alla campagna elettorale) e il suo approccio pragmatico alla realpolitik stanno dando i loro frutti.

Italian Foreign Policy:
an Assessment

By Alessandro Sbergamo

Reading Time: 7 minutes

 

February 3rd, 2025 

In recent years, Italian foreign policy has undergone significant recalibration under the leadership of Giorgia Meloni. Her government has pursued a proactive agenda to navigate the shifting currents of global politics while striving to redefine Italy’s role on the international stage. From fostering closer ties with the United States to asserting Italy’s position within the European Union and re-engaging with Africa through the Mattei Plan, Meloni has some clear international ambitions.  

The Trump-Meloni Relationship

One of the most notable developments in Italian foreign policy has been the strengthening of ties between Italy and the United States, particularly following Donald Trump’s return to the U.S. presidency in 2025. Meloni’s rapport with Trump has been characterized as warm and strategically calculated. She attended his inauguration and engaged in private talks at Mar-a-Lago, signaling a desire to position Italy as a key interlocutor between Europe and the United States. This alignment is underpinned by shared ideological leanings, with both leaders championing nationalism, sovereignty, and a skeptical approach to multilateralism.

 

For Italy, this relationship has practical implications. Closer ties with the U.S. could bolster Italy’s influence in transatlantic trade negotiations and provide opportunities for increased investment and cooperation in defense. However, this alignment is not without risks. Trump’s policies often diverge from the broader European consensus, particularly on climate change, trade, and relations with China. Italy’s embrace of Trump’s administration may strain its relationships with key EU partners like France and Germany, which are wary of unilateral U.S. actions. While clearly optimal to have a strong bond with the Tycoon, there might be a roadblock in the form of ultimately choosing between the EU and US.

The Musk-Meloni Relationship: Tech Diplomacy and Economic Strategy

Another intriguing dimension of Italian foreign policy under Meloni is her engagement with global tech titan Elon Musk. Recognizing Musk’s influence in areas such as artificial intelligence, space exploration, and electric vehicles, Meloni has sought to position Italy as a hub for technological innovation. Her government has worked to attract investments from Musk’s ventures, including potential collaborations with Italian aerospace company Leonardo and initiatives to establish research centers in Italy. In any case, this is not the first time Italy and Musk have interacted. In fact, in May 2023, the region of Emilia-Romagna experienced severe flooding due to heavy rainfall, leading to widespread damage and communication disruptions. In response, Elon Musk's Starlink provided satellite internet services to support emergency communications in the affected areas; hence why  his assistance was crucial in restoring connectivity for both residents and emergency responders during the crisis. It is most likely that this set a precedent for future collaboration.  

 

Meloni’s courtship of Musk aligns with her broader economic strategy to modernize Italy’s industrial base and enhance its competitiveness in emerging technologies. By aligning with a figure like Musk, Meloni hopes to not only drive economic growth but also showcase Italy as a forward-looking nation capable of leading in fields such as AI and renewable energy. However, critics caution that overreliance on high-profile partnerships risks sidelining broader systemic reforms needed to address Italy’s structural economic challenges. Moreover, critiques have expressed skepticism on the reliance of a state with the private sector for matters of security and intelligence. This last point, in my opnion, is invalid. Not only the EU alternative for this technology would be costlier and not operational yet, but Italy already has, like most modern states, collaborated and will continue to collaborate with the private sector. From Microsoft to Amazon, from General Electric to Pfizer, the list goes on and on. The truth of the matter is that privates spearhead technological innovation and productivity.

 

As a matter of fact, those who fear Starlink, should first know that there are numerous chinese cameras that make use of biometric data already in Italy. Companies like Hikvision and Dahua are believed to have close ties to the Chinese government, possibly providing massive data collection. Ethical concerns aside, giving a competitor this much backdoor access seems to me more worrisome than the American counterpart.

Meloni and the European Union: Navigating a Complex Relationship

Italy’s relationship with the European Union under Meloni has been marked by a delicate balancing act. On one hand, Meloni has sought to assert Italy’s interests within the EU, often adopting a combative tone on issues such as migration, fiscal policy, and sovereignty. On the other hand, her government recognizes the importance of EU funding and cooperation in addressing Italy’s economic and social challenges. Her several meetings with Ursula Von der Leyen remind her that she is between a rock and a hard place: does she please her electorate, or, does she mediate with the EU?

 

Migration remains a particularly contentious issue. Meloni’s government has pushed for greater EU solidarity in managing migration flows, calling for reforms to the Dublin Regulation and increased support for frontline states like Italy. At the same time, her rhetoric on migration has occasionally clashed with EU norms, leading to tensions with other member states and EU institutions.

 

Economically, Meloni’s government has expressed concerns about EU fiscal rules, particularly as Italy grapples with high public debt and slow growth. While she has not outright rejected the EU’s Recovery and Resilience Facility, her government has advocated for more flexible spending conditions to accommodate Italy’s unique challenges. This approach reflects her broader vision of a Europe that respects national sovereignty while fostering greater cooperation in areas of mutual interest.

 

Despite these tensions, Meloni’s pragmatic streak is evident in her efforts to maintain Italy’s standing within the EU. She has avoided the more overtly Eurosceptic positions of some of her political allies and has emphasized Italy’s commitment to European unity, particularly in the context of global challenges such as the war in Ukraine and the energy crisis.

The Mattei Plan: Reimagining Italy’s Role in Africa

One of the cornerstones of Meloni’s foreign policy has been the Mattei Plan, an ambitious initiative aimed at fostering sustainable development in Africa. Named after Enrico Mattei, the visionary founder of Italian energy giant ENI, the plan seeks to address the root causes of migration by promoting economic growth and stability across the continent.

 

Under the Mattei Plan, Italy has launched a series of partnerships with African countries, focusing on areas such as agriculture, energy, and infrastructure. In January 2025, Meloni announced a landmark collaboration involving Italian aerospace company Leonardo and agro-industrial group BF to implement agricultural projects in Morocco, Tunisia, Egypt, and Algeria. These initiatives leverage advanced technologies, including satellite monitoring of water resources and climate-resilient farming practices, to enhance productivity and sustainability.

 

The Mattei Plan reflects Meloni’s vision of a “win-win” approach to migration management, where economic development in Africa reduces the incentives for irregular migration while creating opportunities for Italian businesses. However, the plan’s success depends on overcoming significant challenges, including political instability in some African countries, competition from other global powers like China and France, and the need for sustained investment and coordination.

Challenges and Opportunities Ahead

As Giorgia Meloni navigates the complexities of global politics, her foreign policy faces both significant opportunities and formidable challenges.

 

At the same time, Meloni’s policies must contend with the realities of Italy’s geopolitical environment. Her alignment with Trump risks alienating key EU partners, while her engagement with Musk might be as much as a reward as a risk. Within the EU, her government’s assertive stance on migration and fiscal policy requires careful navigation to avoid deepening divisions. On a positive note for her, domestic consensus seems to be growing. Apparently, her more moderate tones (compared to her campaign) and realpolitik seem to be working. 



Alessandro Sbergamo

Alessandro è dotato di una solida base in relazioni internazionali, grazie al conseguimento della laurea triennale in  “PPE” (Politics: Philosophy and Economics) presso l'Università LUISS e al Master in International Relations che sta attualmente svolgendo presso lo University College Dublin. Il suo percorso accademico, arricchito dalla ricerca extracurriculare che lo accompagna quotidianamente, riflette un profondo interesse per le complessità delle relazioni geopolitiche e di politica estera. Questa passione alimenta il suo rigore nel potenziare sempre di più le sue conoscenze e skill in questa area di studio.

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